sabato 15 luglio 2017

La Vallée Blanche

L'Aguille du Midi, 3842 m.
Piove a Chamonix, qualche spruzzata fredda durante il giorno, acquazzoni intensi nella notte. Li sento nell'oscurità della mia stanza e nella mente mi figuro le nevicate abbondanti in quota. Come sarà domani?


All'alba in paese il cielo è grigio ma alto. In Place Balmat incontro i miei compagni di cordata e Sandy che ci guida e, baldanzosi, ci avviamo alla funivia per l'Aguille du Midi.
È la speranza di poterci incamminare sui ghiacci perenni tra picchi maestosi che ci rende baldanzosi. E che il tempo sia clemente.

È una volata su verso i 3800 metri dell'Aguille du Midi. Mentre ci avviciniamo scruto la roccia sommitale alla ricerca di una via. Non me ne intendo per niente di arrampicata in roccia, ma è il mio pensiero spontaneo al cospetto di ogni montagna: come potrei salire?
Traccio la mia linea ideale e non mi è facile, la parete è liscia e verticale, dovrei trovare delle fenditure per infilarci dita, scarponi e chiodi.


Il ghiacciaio della Vallée Blanche
Dalla terrazza panoramica dell'Aguille vediamo il ghiacciaio ai nostri piedi e più su nebbia. Nebbia ci nasconde il Monte Bianco, nebbia ci nasconde le cime del massiccio. Lo sguardo si ferma nel biancore.

Ma ci avviamo sul ghiacciaio, giù lungo le pendici scoscese dell'Aguille.


Discesa dall'arrivo della funivia dell'Aguille du Midi
Come possiamo scendere di qui??!" strilla qualcuno guardando me.
Sandy è tranquillo: ""Si può, andiamo avanti, su, partite!"
"Andiamo a vedere da vicino" penso io tra me perché la neve tiene e avvinghia le punte dei ramponi e poi esclamo: "Per me si va" e questo basta a calmare il dubbioso. Boh?


Scendendo sulla Vallée Blanche
In breve infatti, e senza patemi raggiungiamo il piano appena sotto la cima. Il cielo si è aperto un poco e ora vedo:
sono proprio lì, in una vallata magnifica di colline e picchi innevati, onde ghiacciate solo apparentemente statiche, crescono e si abbassano quasi sempre lentamente come le dune del deserto, talvolta in un baleno caotico.




Esce a tratti il sole sulle punte delle Grandes Jorasses, mentre il Dente del Gigante resta nelle nubi.
Scendiamo nella valle dirigendoci verso Punta Lachenal. Altre cordate si spandono sul ghiacciaio, alcuni sciatori puntano qualche cima.




Si passa dal freddo al caldo intenso quando il sole di inizio luglio asciuga le nubi. Allora vorrei mettermi in maglietta, ma dura poco e ritorna il freddo con un po' di neve.

Avanziamo verso il Mont Blanc du Tacul. Da qui sembra mansueto, ma i grossi seracchi nemmeno a metà altezza ne confermano la fama.
Noi continuiamo nella valle, nessuna fatica in piano, così tanto da ammirare nonostante le nubi che a tratti calano, niente a cui pensare. Respirare.


Ma presto ci ritroviamo ancora avvolti nel biancore. Sandy ci ferma: "Torniamo indietro!"

Quando arriviamo alla base della cresta dei Cosmiques il cielo è per un poco sereno. Saliamo al rifugio e da lì dò un'occhiata alla cresta che mi piacerebbe attraversare. Ne sarei capace? Prima o poi chiederò consiglio.

Il rifugio dei Cosmiques
Dal Rifugio dei Cosmiques torniamo quindi in valle e poi, sotto una folata di neve, risaliamo il pendio fino alla funivia dell'Aguille du Midi.

Risalendo verso l'Aguille du Midi


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